"Isola" 2012
Edizioni Ulivo 6828 Balerna - Svizzera, 88 pagine.
Testi e foto © David Duijts - tutti i diritti riservati
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Prefazione (dal libro):
"Nella sua nuova raccolta di poesie David Duijts tenta un gioco di prestigio, ma poi, a differenza degli illusionisti, condivide con il lettore l’artificio.
Se di primo acchito ogni poesia sembra racchiudere un paesaggio perfetto, il mare limpido, il ritmo lento della vita degli isolani, la natura rigogliosa e incontaminata, i tramonti mozzafiato, cielo e stelle tanto vicini da poter sfiorare, ad una lettura più profonda si avverte la zona d’ombra, così difficile da riconoscere in un’isola baciata dal sole quasi tutto l’anno. Un luogo più buio, ma allo stesso tempo così ricco di significati e di verità, dove anche solitudine e malinconia sono protagoniste. Proprio perché in fondo, come ci racconta David fin dall’inizio, “non vi è rifugio nemmeno in paesi lontani”. La ricerca continua, già presente nel primo Pensieri e riflessi, qui si carica di nuove interessanti componenti. Lo smarrimento percepito dal poeta, in un luogo in cui tutto è magnifico e bucolico, testimonia l’importanza per l’essere umano di interrogarsi continuamente sul proprio vissuto, le proprie sensazioni e il proprio futuro, accettando la zona d’ombra e l’impossibilità di rifugio come chiave di trasformazione e di crescita".
Fabiana Testori
Testi estratti dal libro:
Sul pontile (pg 20)
Immerso nell'oscurità
osservo la laguna tersa,
scintillante,
un mosaico
in continuo movimento
e trasformazione;
la calma e l'armonia
intorno
mi avvolge
e dona
un senso di pace
ancora sconosciuto.
Qui non ho
tanti piccoli privilegi,
le comodità
a cui è tanto abituata
la società occidentale,
ammaestrata, frenetica;
nel nuovo Mondo
ho trovato
un piccolo tesoro
qualcosa che poco prima
non sapevo
esistesse.
Sono complice
della notte,
osservatore muto,
custode dell'infinito
intorno a me;
una percezione
di moto
e dispersione
mi affolla la mente
e mi completa;
mi lascio
inebriare
dalla sensazione
e la respiro,
la rendo mia
Sono distante da me
e da ogni cosa,
immerso
nella linfa
brillante
e nella fantasia
che si estende infinita
in questa notte.
Sulle strade in sabbia (pg 51)
Sulle strade in sabbia
somigliano a case
pareti di corallo,
bianchissime invisibili;
fanciulli sorridenti
scrutano i passanti stranieri,
con curiosa attenzione.
Dietro i muretti
e oltre gli angoli
dei viottoli
occhi
seguono il gruppo
indigeni.
Ogni tanto
su di un tronco,
si vede bizzarro
un estintore,
e sotto gli alberi
del pane
si radunano
i piccoli venditori
di conchiglie
e schede telefoniche usate.
A volte
un bambino
si mette in posa
per una foto
e tende la mano
in attesa
di ricompensa.
Dai cortili fumanti
si sollevano profumi
nuovi e curiosi,
e più avanti
una bancarella
improvvisata
di pesce essiccato,
e conchiglie ancora
e piccoli oggetti
di ogni forma.
Poi la guida
raggruppa il branco,
così strano
alla vista degli isolani
divertiti
dalle buffe espressioni
di una turista francese.
Dalla barca
viene richiamata
la piccola
folla:
la marea
si sta abbassando
ed è ora di salpare;
qualche ragazzina
segue fino al molo,
altri continuano
indifferenti
nelle faccende quotidiane;
qualcuno
nella sua capanna
ripone qualcosa,
mentre diversi
rimangono
un poco dispiaciuti
dei souvenir
rimasti invenduti.