Ingredienti
Esistono una miriade di ricette, a dipendenza della zona di produzione, ma anche
all’interno di una stessa regione (vedi in Ticino: ogni produttore, sia commerciale che privato, ha la sua ricetta “segreta”).
Le noci
Noce: noce da frutto o noce bianca, bot. Genere juglans.
Le noci devono essere raccolte al punto di maturazione giusta, rigorosamente a mallo verde con la parte interna del frutto ancora acerbo, bianco e morbido. Per
tradizione si effettua la raccolta delle noci il giorno di San Giovanni, il 24 giugno. In questa data effettivamente le noci raggiungono –solitamente- il punto di maturazione ideale per la produzione del liquore. È tuttavia da dire che la raccolta nella settimana precedente e/o seguente la data normalmente non dovrebbe avere conseguenze sulla produzione (qualità). Invece una raccolta troppo prematura o tardiva può avere delle conseguenze: le noci raccolte troppo acerbe danno una colorazione al liquore troppo verde e non abbastanza aromatico e corposo; le noci troppo maturate, oltre alla difficoltà nel tagliarle perché troppo dure, danno un prodotto troppo legnoso ed amaro a causa del contenuto eccessivo in tannini.
Sulla quantità delle noci vi sono anche molte varianti e opinioni: solitamente va
considerata una quantità per ogni litro di “infuso” di 8-10 noci al massimo, di
dimensioni “normali” (ca. 4-6 cm di diametro); in caso di noci piccole (dipende
molto dalla zona di cultura/crescita degli alberi, in particolare longitudine e altitudine), anche 12-16.
Le noci vanno tagliate a metà o in quarti e messe in un recipiente di vetro a chiusura ermetica o semiermetica (per intenderci tipo i vasetti di conserve e
marmellate, con una guarnizione di gomma; consiglio di utilizzare vasi da almeno 1.5-2 litri, anche 3-5 litri – insomma non troppo piccoli!).
Le Spezie
Anche in questo caso vi sono molteplici, quasi infinite diverse combinazioni.
Il nocino è un liquore che si presenta sempre diverso a chi lo assaggia: una quasi infinita varietà di prodotti, con combinazione e quantità di spezie diversissime e
spesso una ricca complessità di aromi e fragranze. Non si deve però mai dimenticare che in primis il gusto e sapore del liquore deve essere caratterizzato dalla noce: in tal senso l’infuso non deve essere eccessivamente speziato. In particolare le spezie molto forti (v. ad es. chiodi di garofano) devono essere usate –a mio avviso- con parsimonia oppure le stesse aggiunte all’infuso solo in un secondo momento.
Le spezie “classiche” la cannella, i chiodi di garofano e la buccia di limone.
Si possono comunque aggiungere o sostituire altre spezie: tra le più comuni / utilizzate vi sono la noce moscata, il macis, il cardamomo, l’anice stellato e la vaniglia; eventualmente, meno consueti, la salvia limone, le bacche di ginepro, la china e altro ancora.
Personalmente: oltre la base classica (cannella, buccia di limone e chiudi di garofano) consiglio la vaniglia che conferisce al liquore un aroma più morbido e vellutato oltre che un retrogusto apprezzato dalla maggior parte dei consumatori ed in particolare dal gentil sesso; ottime esperienze anche con la salvia limone e l’anice stellato, che comunque non devono essere messi i quantità eccessive (per litro di infuso non più di 2-3 stelle di anice, non più di 3-5 foglie di salvia limone). Consiglio inoltre di non utilizzare sia i chiodi di garofano che la noce moscata, in quanto entrambe le spezie sono molto forti e tenderebbero a coprire troppo l’aroma delle noci così come delle altre spezie; in ogni caso queste spezie NON vanno messe in polvere ma intere o rispettivamente in pezzi e solo negli ultimi giorni di infusione (max 5 a 10 giorni prima di filtrare l’infuso).
Consiglio inoltre di fare qualche esperimento:
fare diversi infusi, in piccole quantità, con quantità e combinazione di spezie
diverse. Mettere su ogni contenitore la lista degli ingredienti e trasferire queste etichette di seguito poi anche sulle bottiglie; una volta pronti i diversi liquori assaggiarli…
Infusione: distillato o alcool?
Va distinto tra il Nocino (classico) e altri liquori di noci.
In Ticino (e anche secondo molte ricette classiche del Nord Italia – vedi Piemonte, Modenese…) il nocino o Ratafià è prodotto a partire dalla Grappa (o distillato di vinaccia), mentre altri prodotti fatti a partire da un infuso di alcool sono “liquori di noci”. La denominazione comunque è indicativa e soggettiva, in quanto i produttori vendono del “Ratafià” o "Nocino" sia prodotto esclusivamente da Grappa che a base di infuso in alcool; diversi prodotti poi che contengono un mix di bevande alcoliche (ad esempio di grappa, alcool e vino, quest'ultimo spesso liquoroso).
Non tutti sono concordi e vi sono parecchie opinioni in merito; ad ogni modo i prodotti ottenuti utilizzando un distillato (Grappa) sono nettamente diversi da quelli prodotti con alcool.
Diversi sostengono che utilizzando alcool, il liquore ottenuto valorizzi meglio l’aroma delle noci e delle spezie, non “compromesso” da altri aromi ed essenze proprie del distillato; chiaro è che l’uso di alcole è più economico ed ha una maggiore resa.
Qualcuno ha sperimentato dichiarando buoni risultati con altri distillati (principalmente di frutta come Williams, Kirsch, Acquavite di prugne; addirittura con distillati di cereali e altri); la maggior parte delle persone che conosco e producono il liquore tuttavia prediligono l’uso della Grappa.
Personalmente: raccomando l’utilizzo di Grappa. Il prodotto ottenuto è nettamente migliore, più complesso, elaborato ed aromatico.
E consiglio vivamente di utilizzare grappe di qualità, magari miscelando grappe
bianche e gialle (per ottenere un prodotto di qualità servono ingredienti di qualità).
Credo inoltre che per il distillato si dovrebbe scegliere prodotti locali; così per il Ticino tradizionalmente si predilige Grappa di Uva Americana o Merlot. Anche il distillato dunque ha una notevole incidenza sul prodotto ottenuto: un Nocino o Ratafià Piemontese, ottenuto magari da un infuso di Grappa di Moscato o Barbaresco, sarà ben diverso dal Ratafià Ticinese di americana...
Penso che un liquore di noci buono, che abbia corpo e spirito, debba avere una gradazione alcolica di almeno 32-33 gradi.
Se per i liquori prodotti con alcool la gradazione può essere stabilita, considerando quanta acqua e zucchero aggiungere all’infuso alcolico, nocini ottenuti da distillati sono tendenzialmente più forti, tra i 36-40 gradi, in quanto la
grappa utilizzata è solitamente sui 40° Vol.
La gradazione dipende comunque dal tipo di grappa usata: va considerato che della gradazione della grappa vanno persi ca. 2-4 gradi tra infusione e soprattutto
dalla mescita con lo zucchero; dunque il Nocino prodotto con una grappa di 40°
avrà normalmente una gradazione di ca. 37-38° Vol.
Per ottenere un liquore più leggero, in particolare se si usano grappe molto
alcoliche, l’infuso va diluito; questo è possibile con acqua (NON utilizzate l’acqua del rubinetto, ma oligominerale!!!) oppure –che consiglio- con vino bianco (deve essere abbastanza alcolico, almeno 12.5 fino a 13-14 gradi; prediligere vini secchi).